Ritroviamo gran parte di Piccolo COLLIO in questo viaggio attraverso il Collio da gustare: Il santuario dei formaggi di Giuseppe Zoff, i tesori gastronomici di Marisa e Leila Tomadin, l’Enoteca di Cormons, La Subida e l’Aceto di Josko Sirk, i Biscotti di Bonelli e il Prosciutto di D’Osvaldo…
Grazie alla disponibilità di marina tagliaferri, la RAI ha girato uno bellissimo servizio sull’Aceto che è andato in onda sabato 24 ottobre su Vita dei campi, domenica a margine di un’altra trasmissione sull’agricoltura e mercoledì mattina sul TG3.
L’Aceto Sirk è andato nuovamente in radio Venerdì mattina, su RADIO 3, con l’approffondita intervista a Josko Sirk.
Cormòns, Teatro Comunale e in vari luoghi 21 – 22 – 23 – 24 – 25 ottobre 2010
15 concerti tra Italia e Slovenia, che offrono anche quest’anno, un’ampia veduta sul panorama internazionale della musica jazz, con artisti provenienti da Stati Uniti, Bulgaria, Romania, Inghilterra, Germania, Francia, Spagna, Marocco, Austria e Italia.
Cinque giorni per gustare le eccellenze dei vini bianchi e la cucina tipica del Collio, dalle 11 del mattino fino a tarda notte, senza sosta, a partire dal Teatro Comunale di Cormòns (Gorizia), passando per la piccola chiesa di S. Giovanni, per poi finire a Medana e Nova Gorica (Slovenia), fino al Conservatorio di Trieste, con il concerto/lezione aperto al pubblico che il pianista inglese Keith Tippett terrà anche alla presenza degli allievi dei Corsi di Jazz.
Per tutto il Festival, la buona musica dal vivo sarà al centro della scena, ma anche i buoni vini e i buoni amici – questo il motto del Festival -, in un flusso musicale continuo, tra degustazioni di vini del Collio, assaggi di prodotti locali, lezioni di cucina, visite alle cantine, pranzi e cene a prezzo speciale nei rinomati ristoranti del centro storico, shopping ai mercatini delle specialità enogastronomiche e musica ovunque.
Ed inoltre mostre, conferenze, incontri letterari, escursioni e tutto quanto può allietare gli appassionati.
Pietra miliare dell’evoluzione che ha portato la musica verso un suono eterogeneo, introspettivo e meditativo, gli Oregon sono stati i primi a gettare le fondamenta tra Oriente e Occidente in modo metodico, esplorando la musica e filtrandola in un’ottica jazzistica per creare un linguaggio accessibile anche ai non iniziati. La formazione americana, che può vantare una tra le storie più lunghe e articolate nel jazz contemporaneo, ha mosso i primi passi nel 1970, quando Ralph Towner, Paul McCandless, Glen Moore e Collin Walcott, con alle spalle l’esperienza comune del Paul Winter Consort, iniziarono a sondare nuove direzioni musicali, affrontando l’improvvisazione con un organico strumentale cameristico e con un’attenzione alle strutture ritmiche e melodiche del continente asiatico.
Gli Oregon sono oggi una delle testimonianze più convincenti di una musica “totale” che da utopia si è tramutata in realtà: la loro tecnica di ritmo, l’arrangiamento e la composizione hanno fatto centinaia di proseliti, dichiarati e non.
Commenti recenti