Uno spunto per riflettere…

 

Dal mensile CHEF, anno 2, n.8, giugno 2011

E’ arrivato il sito mobile di Piccolo Collio!!

Piccolo Collio everywhere!

Con l’applicazione mobile del Piccolo Collio è possibile accedere dal cellulare (smart phone) a tutte le informazioni riguardanti le attività del Piccolo Collio, inoltre vi aiuterà a raggiungere le aziende segnate sulla mappa tramite la geolocalizzazione  …presto troverete in giro anche il volantino ufficiale!

 

 

A.S.D. Compagnia Arcieri Cormòns

La  A.S.D. Compagnia Arcieri Cormòns ogni anno organizza almeno 2 gare di tiro con l’arco interregionali che si svolgono alla Subida.  Oltre al torneo quest’anno hanno allestito una gara amichevole molto gradita, preparando un percorso dove fungono da bersaglio  figure di animali in 3D.

Piccolo Collio alla Diga di Trieste

Piccolo Collio approdato a Trieste! Presenti con i vini del Collio, il totem della Vespa e tutti i depliant alla Diga – “L’isola” di Trieste.

Una bella occasione per sentirsi come in barca, stando comunque su terra ferma con la possibilita’ d’ammirare Piazza Unita dal mare.

 

La Diga di Trieste da YouTube

Tutti in Vespa – Festa dell’uva 04.09.2011

Nonostante la pioggia, siamo riusciti a completare la nostra sfilata per le vie di Cormons.. è veramente bello vedere tante Vespe Collio insieme!

Con l’augurio di riuscire a riunirci più spesso..

Grazie a tutti i partecipanti!!

 

36 ore nel COLLIO

Un itinerario alla scoperta di alcune delle aziende vinicole piu’ interessanti di questa zona del Friuli.

Un moderno modello di accoglienza, che unisce visite in cantina, degustazioni e agriturismo.

 

Dal mensile CHEF, n.8 giugno 2011

Uno spunto per riflettere..

Nei campi con Redzepi

Tutti al Mad Food Camp di Copenaghen. Per riflettere sul ruolo del cuoco contemporaneo

Al centro, René Redzepi, cuoco danese classe 1977, organizzatore di Mad Food Camp, il 27 e 28 agosto sull'isola di Refshaleøen a Copenhagen. Nella foto (di Lisa Maree Williams/Getty Images AsiaPacific), è stretto tra produttori aborigeni nel Sud dell'Australia

Foto

Al centro, René Redzepi, cuoco danese classe 1977, organizzatore di Mad Food Camp, il 27 e 28 agosto sull’isola di Refshaleøen a Copenhagen. Nella foto (di Lisa Maree Williams/Getty Images AsiaPacific), è stretto tra produttori aborigeni nel Sud dell’Australia

 

Un simposio di due giorni animato da cuochi, contadini, produttori e scienziati sull’isola di Refshaleøen a Copenaghen, in Danimarca. Un prato di 55mila metri quadrati circondato da balle di fieno, su cui passeggeranno anche Massimo BotturaGaston AcurioAndoni Aduriz,Alex AtalaMichel BrasDavid ChangYoshihiro NarisawaMagnus NilssonDaniel PattersonBen Shewry. Li mette insieme domani e dopo René Redzepi del Noma, ideatore del Mad Food Camp, dove Madnon significa pazzo ma “cibo” in lingua danese («ma un pizzico di follia c’è», ammette l’organizzazione). Spendendo 1.500 corone danesi (circa 200 euro) a testa, per tutto il weekend sarà possibile scambiar due chiacchiere coi cuochi di cui sopra e con ambiziosi produttori danesi, mangiare nelle stalle, osservare il bestiame al pascolo, acquistare prodotti freschi di grande qualità.

Il programma ufficiale e dettagliato del simposio si trova sul sito MFC. In queste sede ci preme più di tutto fare un sunto delle dichiarazioni rilasciate dallo stesso Redzepi all’Observer qualche giorno fa. Un’ampia introduzione sull’evento, ma soprattuttoo un gran discorso sul ruolo del cuoco contemporaneo. «Fino a 20 anni fa», ha spiegato con orgoglio il numero al mondo al collega britannico, «noi cuochi eravamo considerati poco più che dei pela-patate, col compito principale di sfamare architetti e avvocati. Nella migliore delle ipotesi, ci consideravano artigiani. Ma le cose sono cambiate parecchio se oggi vengo chiamato a tenere lezioni all’università di Yale o se l’università di Harvard chiede al mio collega Wylie Dufresne di tenere una relazione su proteine ed enzimi. Se mi convocano a parlare di cerastiogirardina silvestreall’Opera House di Sydney, davanti a una platea di mille persone».

 

Onore ma anche onere: «Per noi cuochi è una grande opportunità ma insieme una responsabilità perché abbiamo il dovere di informare il pubblico sul cosa, il come e il perché di tutto ciò che è buono. Dobbiamo studiare a fondo la storia della nostra gastronomia, la flora che ci circonda, le relazioni tra cibo e fornitori, approfondire i temi della sostenibilità e il significato sociale di quel che mangiamo. Perché non esiste alcun conflitto tra un pasto migliore e un mondo migliore».

 

Di qui la decisione di organizzare il Mad Food Camp: «Coi colleghi abbiamo voluto dare vita a un forum dedicato all’evoluzione del cuoco, prendendo come punto di riferimento il Festival di Glastonbury o lo stessoRoskilde danese: rassegne popolari in cui l’ispirazione e la qualità dei contenuti superano gli interessi commerciali. Abbiamo voluto organizzare un equivalente culinario. Un festival outdoor percorso da una vera e propria devozione per il cibo».

 

Gabriele Zanatta

classe 1973, laurea in Filosofia, giornalista, coordina i contenuti del presente sito web, della Guida ai Ristoranti d’Italia, Europa e Mondo di Identità Golose e collabora con diverse testate

Dal sito www.identitagolose.it

 

Venica&Vespa

Anche l’azienda Venica&Venica si presenta con la Vespa gialla del Collio

Complimenti!

“Il Collio e come un quadro d’autore che fa vivere ogni giorno una storia diversa” – Italia Squisita

Cliccando sul link → (11_60) potete accedere al bellissimo articolo di Giulio Colombo pubblicato su Italia Squisita, che descrive  in un modo quasi poetico  il territorio e i suoi protagonisti..

 

Da Italia Squisita, n.11, agosto 2011

 

La grandine….

GORIZIA.  E’ una grandinata da record quella che si è abbattuta poco prima della mezzanotte di venerdì sulla provincia di Gorizia e in particolare sulla zona del Collio. Un evento meteorologico che ha determinato ripercussioni gravissime sui vigneti che rappresentanto la pregiata materia prima dei celebrati vini locali, famosi in tutto il mondo, distruggendo le uve bianche proprio a poche settimane da una vendemmia che si annunciava tra le più qualitative degli ultimi anni. I danni sono ancora da quantificare in via definitiva ma le prime stime lasciano intendere che il totale potrebbe superare i dieci milioni di euro e i Comuni colpiti sono pronti a chiedere il riconoscimento dello stato di calamità.

Il settore vitivinicolo, orgoglio del territorio isontino e insostituibile motore per l’economia, è in ginocchio: la vendemmia rischia di essere in buona parte azzerata e la mancata produzione vinicola determinerà un danno commerciale che si annuncia drammatico anche perchè, visto il costo delle polizze, molte piccole aziende non sono assicurate. «I danni, oltre alla zona del Collio, si registrano in un’area che va da Gradisca fino al capoluogo – spiega il presidente della Coldiretti di Gorizia Antonio Bressan –. Nel Gradiscano, oltre ai vigneti, hanno subito danni gravi anche numerose colture di mais e soia che sono proprio in questo periodo dell’anno in fase di fioritura.

Nel Cormonese e a Dolegna molti vigneti sono stati compromessi fino al 100%. I tecnici dell’ispettorato agrario hanno già effettuato i primi sopralluoghi e per una quantificazione definitiva dei danni dovremo aspettare le giornate di lunedì e martedì quando le uve si saranno asciugate. In diversi siti sono stati compromessi anche i tralci, non solo i grappoli. Questo significa che le conseguenze di questa calamità si ripercuoteranno per anni. E’ un rammarico doppio perchè le valutazioni sulle uve erano ottimali e lasciavano presagire una vendemmia straordinaria. Temo che, complessivamente, i danni prodotti da questa grandinata record in provincia di Gorizia possano superare i dieci milioni di euro. Erano almeno vent’anni che non vedevamo una cosa del genere». «La grandinata è durata almeno mezz’ora – rimarca Luigi Soini, direttore della Cantina Produttori Cormòns –. I vigneti sono stati danneggiati a macchia di leopardo, in un’area di circa 300 ettari ce ne sono alcuni persi fino al 30 %, in altri si arriva al 100%. Ci saranno perdite significative sulla produzione». Particolarmente colpite le località di Brazzano e Plessiva con danni mediamente tra l’80% e il 100%. Situazione gravissima a Dolegna del Collio: «la grandinata ha flagellato i vigneti soprattutto nelle località di Vencò e Ruttars – spiega il sindaco Diego Bernardis –. Là le uve sono state compromesse al 70-80 % e stiamo parlando di zone che si caratterizzano per la propria produzione d’eccellenza. Nel nostro territorio comunale ci sono danni per milioni di euro. Inoltre la pioggia successiva alla grandine ha determinato sommovimenti preoccupanti del terreno oltre a problemi sulle strade, invase dal terriccio».

Danni significativi, anche alle abitazioni e alle grondaie, si sono registrate inoltre a Mossa e Capriva. Nelle zone colpite dalla devastante grandinata effettueranno i sopralluoghi anche i tecnici della Provincia. Proprio l’ente provinciale, come ha sottolineato ieri l’assessore all’agricoltura Mara Cernic, è pronto «a sostenere le aziende agricole colpite dall’evento meteorologico, promuovendo in accordo con la Regione le previste misure d’aiuto». A certificare l’eccezionalità dell’evento che ha caratterizzato la serata di venerdì, infine, hanno provveduto gli esperti dell’Osservatorio meteorologico regionale (Osmer) parlando di «una delle peggiori grandinate mai viste negli ultimi anni nel Friuli Venezia Giulia».

articolo di Pietro Tallandini, il Messagero Veneto, domenica 24.07.2011

 

 

Mezz’ora di grandine sulla Venezia Giulia

danneggiati i vitigni del Collio goriziano

Colpita la zona tra Dolegna e Capriva. «Vigneti danneggiati
a macchia di leopardo, in alcuni casi è andato perso il 100%»

 

TRIESTE – Una delle peggiori grandinate degli ultimi anni ha colpito nella notte la Venezia Giulia, in particolare provocando danni ai vitigni del Collio goriziano. Lo riferiscono i previsori dell’Osservatorio meteorologico regionale (Osmer). In provincia di Gorizia la situazione peggiore. «La grandinata è durata mezz’ora – ha riferito all’Ansa Luigi Soini, titolare della Cantina Produttori Cormons – e ha coperto una zona che va da Dolegna a Capriva. Qui i vigneti sono stati danneggiati a macchia di leopardo, in un’area di circa 300 ettari ce ne sono alcuni persi per il 15-30%, altri per il 100%».

Per capire l’esatta entità dei danni bisognerà aspettare qualche giorno. «Le uve colpite sono bianche – ha concluso Soini – quindi bisogna aspettare che si asciughino per capire i danni. Di sicuro però ci saranno perdite sulla produzione».

 

Da IL GAZZETTINO