La cantina ed i vini nel 2011 di Roncus, a Capriva del Friuli -
Tre parole per iniziare a parlare di questa cantina, di questi vini e di chi con passione coltiva queste vigne: competizione, ruspante e Piccolo Collio.Competizione: quando siamo andati a trovare Marco Perco, titolare e anima dell’azienda Roncus, egli ha voluto portarci a vedere le sue vigne, che sono anche attorno alla casa, in centro a Capriva del Friuli (GO).
Sono soprattutto tra le colline, in mezzo ai boschi, al termine di stradine che per arrivarci devi avere esperienza e conoscenza e che neanche il TomTom individua, vigne poste lungo le pendici dei ronchi (colline) ed esposti al sole di questa primavera calda di giorno e fredda di notte. E asciutta.
Ecco ci arriviamo alla ”competizione”. Marco ci tiene a farmi vedere le sue vigne e, quando ci troviamo di fronte a due vigneti a destra e sinistra mi spiega: “ quel vigneto non è mio, vedi il colore giallognolo dell’erba? È stato messo diserbante, cosa che io non faccio mai, e vedi il mio vigneto? L’erba è tagliata, a mano riga per riga filare per filare, come si faceva una volta e come si deve fare.” Io guardo e vedo che, ovviamente, l’erba cresce attorno al piede della vite, dove non si può intervenire con la falce e chiedo: -“Ma l’erba non porta via acqua? Non ruba nutrimento alla pianta?” – Ed ecco la risposta: “E’ la competizione, tra le piante, è la natura.”
Ecco questo mi ha colpito, il rispetto per la natura e le sue leggi, che ci sono da sempre, da prima del biologico, da prima delle certificazioni e da prima delle regole e regolette che l’uomo cerca di imporre ed imporsi: la natura che bagna e asciuga, che porta il vento e la pioggia, che rinfresca e scalda e crea questo microclima stupendo fatto di marna (ponca) che si sbriciola al tatto ed al sole, di acacie dai fiori bianchi, di una ghiandaia che vola di palo in palo e del silenzio di queste parti vicine al centro abitato e lontane dal mondo: dovreste vederle queste belle zone.
Poi c’è il Piccolo Collio. Il Piccolo Collio, ne abbiamo già parlato, è una associazioni di produttori e gestori di ospitalità di questa zona, piccola ma stupenda, che vogliono promuovere le eccellenza del territorio, che non è solo vino, ma anche salumi, formaggi, pane, carne, confetture, miele, camere, B&B e agriturismi, e vogliono invogliare il turista, vicino e lontano, a venire a vedere e toccare con mano quel che qui è stato fatto e viene messo a disposizione.
Si ritorna quindi nell’ottica del vedere e toccare e parlare e la visita nelle vigne dell’azienda Roncus rientra in questa filosofia: attraverso i miei occhi e le mie parole dieci, cento di voi spero siano stimolati ad andare a vedere e visitare. E assaggiare anche. Roncus è un toponimo che si trovava già nel vecchio catasto austriaco che da queste parti era imperante, e non solo il catasto…..
Passata poi attraverso le mani della Curia Vescovile di Gorizia, nel 1975 venne acquistata dagli allora mezzadri e nel 1980 inizio l’avventura vinicola, prima coi due ettari attorno e poi man mano con acquisti di vigneti nelle colline che stanno dietro Capriva, fino ad arrivare ai 10 ettari di oggi.
Vengono coltivate soprattutto viti a bacca bianca: Sauvignon, Pinot Bianco, Malvasia Istriana, Ribolla Gialla e Friulano, poco Merlot e poco Cabernet Franc. Per i vini bianchi vengono prodotti sia vini in purezza che lo stupendo uvaggio “Vecchie Vigne”, ricavato da uve con ceppi di oltre 40 anni, composto da Malvasia, Tocai Friulano e Ribolla Gialla e che esce sul mercato al 4° anno!!
Per i vini rossi solo un uvaggio chiamato “Val di Miez”, ed anche questo passa 18 mesi nel legno, poi altri 6 in acciaio e un annetto in bottiglia. Tra le 30 e le 40.000 le bottiglie prodotte ogni anno e le bottiglie sono molto belle: l’associazione Piccolo Collio le ha fatte fare con il marchio sul collo delle stesse e la loro forma, leggermente meno curvilinea, è elegante ed unica.
Tornando al vigneto e al rispetto delle tradizioni spieghiamo ora la terza parola:”ruspante”. Quando andiamo a parlare e vedere queste piccole aziende e cantine, ma anche quelle grandi sono molto interessanti, facciamo come le spugne: assorbiamo tutto quello che è possibile per cercare poi di restituirlo a chi ci legge; ecco ci è molto piaciuta la definizione di Marco Perco del suo vino.
“Esistono i polli industriali di allevamento, i polli biologici ed i polli di casa: i primi sono iper controllati e standardizzati nel gusto, i secondi sono sicuramente sani e genuini, ma solo il pollo di casa è ruspante e ti dà quel gusto unico e inimitabile: ecco il mio vino è così, ruspante”. Debbo dire che dalle parole ai fatti c’è continuità e contiguità: i vini sono davvero notevoli e molto piacevoli sia al naso che in bocca e sorprendenti per intensità, persistenza e ricchezza di bouquet.
Piccola azienda, grande mercato: per un terzo locale friulano e veneto, un terzo tutta Italia grazie ad un distributore ramificato ed infine un terzo all’estero, grazie anche al passa parola e alle conoscenze; la crisi economica ed il calo dei consumi si avvertono ed essendo il vino un consumo voluttuario, ne soffre più di altri comparti, ma questo si supera con la passione e con il seguire il mercato più da vicino e, perché no, si supera anche grazie alle iniziative e alla promozione che Il Piccolo Collio fa ai suoi prodotti ed anche ai suoi associati.
La cantina è dotata anche di quattro appartamenti, per un alloggio agrituristico e che ospita sia turisti che gente che viene da queste parti a lavorare per brevi periodi; tutti dotati di salottino ed angolo cottura sono perfetti per piccole famiglie. I vigneti di “Roncus” sono prevalentemente vecchi, anche se la sostituzione graduale delle piante che soffrono o muoiono garantisce un ricambio lento e costante degli impianti; la caratteristica sua e quella di avere le coltivazioni in luoghi poco accessibili e sui pendi delle colline ancora naturali, o terrazzate dall’uomo e fa un po’ sorridere sentire che il nemico principale si chiama cinghiale.
Essere vicino ai boschi, ai tanti boschi della zona, rende unico il microclima, ma espone alle razzie di queste bestie che sono molto voraci e ultimamente si sono riprodotte in quantità: si spera in un deciso aumento dei salumi di cinghiale, ottimi con l’uvaggio rosso.
Autore: Livio
Dal sito www.mondodelgusto.it
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