Ieri Edi Keber ha macellato il purzit, ricavandone salami, pancette, cotechini, sanguinacci, per tutti gli amici di Piccolo COLLIO.
Nel bel mezzo dei lavori i purzittari si sono accorti di non avere lo stampo per le marcundele e quindi hanno mandato Elena, con tanto di furgone, in cerca dello stampo in giro per il Collio. Dopo ore e chilometri di ricerche e innumerevoli bicchieri di Collio, gentilmente offerti dai “solidali” vignaioli, Elena è tornata, ormai col buio, a mano vuote………………
W le marcundele!!! …… che sono venute comunque buonissime ….
Ndr: Marcundela = trito di fegato, milza, reni, polmoni, grassi teneri del ventre, carni sanguinolente, (a seconda delle tradizioni): l’impasto di carne viene trito e lavorato con aggiunta di sale, pepe ed eventualmente aglio e vino e vengono fatte delle palle di circa 150 g., avvolte nella rete grassa del maiale stesso, ed appoggiate su un pianale cosparso di farina di polenta in maniera che non si attacchi.
Il prodotto viene chiamato in vari modi a seconda della zona della regione: martundela, markundela, markandela.
La marcundela viene consumata fresca oppure dopo un massimo di 8 giorni, conservata sempre in cella frigorifera. Una volta veniva conservata all’interno dello strutto nei vasi.
Il prodotto viene consumato dopo cottura. La cottura viene fatta in diversi modi. Il più classico è la bollitura nel vino rosso, ma possono anche essere fritte in padella ed irrorate sempre con del vino rosso, oppure usate come sugo per paste e risotti.
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